Non tanto per il Natale , per il mio compleanno o per i saldi , ma principalmente perché non si suda e si può uscire a bere vino e a mangiare le castagne senza passare per un menomato.
Sebbene l’inverno sia per me come la Banca d’Etruria per il Ministro Boschi , ogni tanto mi faccio prendere dalla smania e immagino quelle gite al lago , il freddo all’ombra , la felpetta , la puzza di chiuso delle case in collina , il tepore di quando ci si stende al sole sui ciottoli.
Avete capito ?
Beh se non avete capito , Sophie Harris-Taylor saprà meglio spiegarvi quello di cui sto parlando.
Sophie Harris Taylor è nata e cresciuta a Londra , fa colazione sulla sua scrivania con un caffè ghiacciato e una sigaretta .
S. non ha una formazione artistica precisa , da adolescente usava la fotografia per documentare , per riportare , per vedere , successivamente , dopo l’iscrizione al college , ha iniziato a lavorare facendo ritrattistica commerciale.
Attualmente Sophie sta lavorando ad un progetto che esplora il mondo delle sorelle , il rapporto , le conflittualità e le affinità.
I lavori di Sophie riflettono una spontaneità , una naturalezza che difficilmente è riscontrabile nel campo della fotografia , un mondo dove regna quasi sempre tecnicismo e pianificazione.
Con i toni caldi S. rievoca sensazioni precise , l’uso della luce naturale anima i posti , i corpi e i volti di una “calma energia” come quando ci si immerge nell’acqua calda alle terme.
“Uso solo la luce naturale , mi piace lasciarmi condurre da essa , trascurando qualsiasi pianificazione , qualsiasi controllo”
Sophie non si sente una “fotografa tra fotografi” ma si definisce solo come Sophie , la macchina fotografica per lei è solo un mezzo con cui comunicare , null’altro.
Una volta ogni tanto è meglio restare in silenzio.
“Per me si tratta di onestà e di vulnerabilità, credo sia importante raccontare la naturalezza di un soggetto o di un luogo , cercando di tirare fuori l’emozioni in esse contenute. Trovo che la verità sia la cosa più bella.”
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