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giovedì 17 dicembre 2015

Sandro Giordano | Senza gravità alcuna.

Sapete com’è la vita di un pendolare?
Beh, se non ne siete a conoscenza, siete davvero delle persone fortunate!
Corro dietro ai pullman, ogni giorno, da ormai tre anni, cercando di inseguire un sogno che delle sembianze chiare ancora non ha.
Una volta, una professoressa mi disse di circondarmi di oggetti e persone belli ed interessanti, ed è così che, tra uno sbadiglio ed un altro e gli occhi ancora assonnati, passo parte del mio viaggio a cercare nuovi artisti e nuove fonti d’ispirazione.
È stato in questo modo che, mentre il tachimetro del mio pullman sfiorava vette altissime, sono, come dicono gli inglesi, “caduta in amore”.
Una caduta indolore, per mia fortuna, totalmente differente da quella dei personaggi che stavo guardando.
 Il mio interesse era caduto su Sandro.


Sandro ha 43 anni, nato e cresciuto nella capitale, al mattino non ha mai molta fame, perché di notte ha bisogno di zittire il suo stomaco per dormire.
Mangiare sempre lo stesso cibo gli dà noia, ha però la consueta tradizione di fare colazione con fette biscottate, marmellata, una banana ed una super bibita proteica al cacao.
In passato era attore di cinema, televisione e soprattutto teatro, ma dal 2013 è caduto nella fotografia.


"IN EXTREMIS" è nato quasi per gioco, dietro le quinte di uno spettacolo teatrale al quale S. stava lavorando, alla richiesta di una collega di immortalare un momento divertente.
Con i-Phone alla mano, Sandro le chiese di simulare una caduta lungo le scale e, da quel momento, capì che quella sarebbe diventata la sua impronta stilistica.

“Con il passare delle ore, poi dei giorni, mi resi conto che c’era molta bellezza e poesia in quei corpi apparentemente scomposti.”


Bodies with no regret” ci incita a ‘cadere’ violentemente, a lasciarci andare almeno una volta nella nostra vita.
S. non si ritiene un messia, egli racconta un mondo di personaggi stremati che si lasciano andare giù, come in un blackout, corpo e mente, ma in verità narra la sua storia, piena di cadute, e ci invita a riflettere sulla nostra condizione umana, a combattere contro il nemico presente in noi stessi e a rialzarci sempre, più forti di prima e con la voglia di imporre i nostri diritti, proprio come lui.


Le sorti delle sue protagoniste gli hanno più volte riportato l’accusa di misoginia, ma S. ci rivela di amare le donne. Fosse per lui, si dovrebbero creare pianeti di sole donne, governati da donne, venerate come Madonne.

 “Nel mio caso, mi annoierei se non lavorassi con parrucche, tacchi alti e vestiti. Purtroppo viviamo nella convinzione di esistere solo grazie a quello che possediamo e non a quello che siamo”



Le sue foto dall’aspetto ‘pop’ e gli scenari pieni di oggetti, stretti come una morsa dai suoi personaggi, ricordano molto i lavori del fotografo David LaChapelle, ma il suo intento è quello di denunciare l’attaccamento umano ai beni materiali.


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