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lunedì 7 dicembre 2015

Rachele Montoro | L'estetica delle funzioni.

Vi ricordate quando avere Tumblr era una cosa ultrasensoriale e ti qualificava direttamente nell’Olimpo de “quelli fighi”?
Beh, conosco Rachele da quegli anni. 
All’epoca era tutto diverso e confuso , né io né lei sapevamo cosa il futuro avrebbe dettato ed in verità eravamo molto più impegnati a fare locandine per le rappresentazioni teatrali del nostro Liceo.
Nessuno avrebbe mai ipotizzato che la ragazza più sfigata , mal vestita e nerd della scuola , nel giro di un paio d’anni , sarebbe diventata una fotografa di tutto rispetto . 
Pensa te. 
Trovo di un’estrema difficoltà scrivere di Rachele ,in modo oggettivo : è una mia amica e in quanto tale le riservo l’aspetto più infame di me diventando più critico di  Francesco Bonomi alla Sagra della Castagna di Cusano Mutri. 
( Vabbè ci provo dai , al massimo mi blocca su Whatsapp).


Dopo anni passati a studiare le strane dinamiche della matematica e gli assurdi assiomi della geometria R. decide di iscriversi ,rompendo qualsiasi coerenza , all’Accademia delle Belle Arti di Napoli ; si laurea nel 2014 con una tesi titolata “L’estetica delle funzioni”.
Attualmente collabora con una fitta rete di fotografi e si occupa dell’aspetto pubblicitario di alcune attività commerciali della zona. 
La ragazza conosce il fatto suo.



Le foto di Rachele rispecchiano a pieno la sua formazione matematica, si ricerca sempre un certo grado di razionalità e di simmetria.
Il contatto con la natura e l’essere in simbiosi con essa  è una componente frequente degli elaborati di R : immergere corpi in un fiume , al mare,  in montagna o nasconderli fra le foglie o il legname diventa una cifra stilistica , un modo per autentificarsi e definirsi nel mondo della fotografia.

“La natura è dove so restare quando sto fuggendo.

Sebbene sia stata la parola più usata nel 2013 , non troverete molti “selfie” sui canali di Rachele ed un motivo forse c’è.
L’autrice preferisce scomparire ,  confondersi nell’ambiente circostante e sussurrare all’ spettatore piuttosto che urlargli contro.
In questo modo R. può , attraverso i volti degli altri , mettersi a nudo senza mai scoprirsi, senza mai esporsi e senza mai regalare allo spettatore un’unica via d’uscita.
“Nelle mie foto voglio che si veda qualcosa di me , ma come riflesso”








 RACHELE MONTORO  Instagram | 500px