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martedì 29 dicembre 2015

Davide Bonazzi | A qualcuno piace illustrato.

Al mondo ,esistono vari lavori : alcuni possono sembrare noiosi , altri non soddisfare le nostre necessità e i nostri sogni e  altri ancora possono arrivare addirittura ad alienarti completamente.Il lavoro perfetto è quello fatto con passione, non importa quanto tempo possa rubarci , quanti aspetti negativi abbia, se lo si fa con vero amore, non ci si stanca mai.
Cambiare la propria vita all’improvviso, ricominciare tutto daccapo, disegnare l’intero giorno, avere come unici amici una matita e un foglio, superare le difficoltà  affacciandosi ad  nuovo mondo, sono operazioni difficili ma soprattutto coraggiose.
Ma vi immaginate una vita in cui non si  rischia? Una vita in cui non si salta?  Dove  si resta fermi  al trampolino  rimuginando sugli errori o sugli e se avessi fatto
?
In verità si può vivere così ma si vive male. 
Ad esempio Davide ha preferito vivere bene ;  ha saltato.



Davide, dell’84, è un illustratore freelance.
Nato e cresciuto a Bologna, fa una colazione da tipico italiano: caffèlatte e biscotti
Da bambino prodigio nel disegno, interrompe questa sua aspirazione laureandosi  in Lettere moderne.
Ben presto però il suo estro artistico rispunterà  fuori e lo costringerà , a 24 anni, a cambiare radicalmente  vita e ad approcciarsi al mondo dell’illustrazione.
Così si trova questo nuovo interesse e decide di coltivarlo seguendo corsi  prima allo IED di Milano, poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove sarà influenzato da un insegnante.




La ricerca di un proprio stile è stata lunga e difficile, ma oggi D., svezzato con la cultura pop americana, con Edward Hopper, René Magritte e illustratori contemporanei, si  autodefinisce ironico, surreale e concettuale
Nonostante trovare lavoro con continuità sia un’ardua impresa, Davide non si è mai scoraggiato e ha deciso di rivolgersi ad un mercato più ampio e sensibile ovvero gli Stati Uniti.Anche considerando le molteplici ed importanti collaborazioni con editori internazionali e non, il suo più grande sogno resta  comunque quello di lavorare con una delle sue band preferite, i Radiohead.


Nell’Utopia di Davide dovrebbe esserci  una tutela più attenta delle risorse ambientali, un controllo maggiore della produzione industriale e un’economia meno bulimica dal momento che la velleità dell’illustratore bolognese è quella di comunicare, tramite i suoi lavori,  la mancanza di centralità dell’individuo  in una società che ci sta letteralmente divorando.


“Trovo che la realtà di oggi sia molto complessa, da un lato ricca di stimoli, dall’altro nevrotica e a tratti alienante.”



Nell’invadente mondo tecnologico di oggi, ma che ci offre maggiori opportunità di comunicazione e informazione, D. ci rivela che non gli dispiacerebbe fare una capatina nel passato e mettere in casa un videogioco cabinato targato ‘90s .

“Non sono un fanatico della moda vintage ma mi diverte questa attenzione per gli oggetti in disuso, a volte sembra un interesse solo archeologico, altre volte ci sono ragioni diverse.”


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