E luce fu!

Quando si è a Milano si crede che la metro sia la soluzione a tutto, che porti all’infinito ed oltre, senza minimamente pensare che siamo bipedi e quei prolungamenti presenti al di sotto del bacino di ogni essere umano servono, soprattutto a Milano. Infatti per raggiungere la Fondazione Prada c’è stato un attimo di confusione e un pochettino di panico: prima una signora che alla mia insistente richiesta di informazioni ha spalancato gli occhi come se avesse incontrato la morte continuando a ripetere “ma chi è questa Prada?”, poi l’incapacità di impostare il navigatore sul famoso iPhone 6s.
Alla fine, però, sono arrivata a destinazione e nel mio cuore ho provato la stessa sensazione di quando al pranzo di Pasqua la mamma porta in tavola la pastiera di grano.
Sì, perché adoro Wes Anderson e visitare un bar progettato da lui è come entrare nella sua mente geniale.

È tutto così colorato e illuminato da luci perfette : né troppo forti come quelle che illuminano una delle gallerie sull’autostrada Salerno-Napoli (ogni volta sembra di essere appena approdata in paradiso), né troppo deboli come le lucine in chiesa che si accendono solo con un’offerta di 50 centesimi.
All’entrata ti accolgono troppi camerieri, spuntano come funghi ; tutti con papillon su camicia a manica corta, rigorosamente bianca, che ricordano tanto il comandante Sharp in “Moonrise Kingdom” .
Rosa, marrone e verde acqua: è tutto così; dai fazzoletti alle bustine di zucchero, dalle teiere ai sottobicchieri, dalle sedie al bancone del bar, fino ad arrivare al menù.

Stupendo, quasi da volerlo rubare per poterlo esporre nel proprio salotto di casa.

Prendo un tè ed una fetta di Sacher perché secondo il web le torte qui sono buonissime, anzi il top - se vogliamo parlare come i milanesi imbruttiti - ma non fidarsi è meglio e infatti Wes, tu sarai anche uno degli dèi del cinema, ma io sono figlia di Gerardo, pasticciere da 50 anni, quindi posso permettermi di dire che per una Sacher si utilizza la marmellata di albicocche e non quella ai frutti di bosco.

Questo affronto gastronomico è perdonato dalla bellezza dei flipper in fondo alla sala: uno dedicato a “Le avventure acquatiche di Steve Zissou” (se non lo avete ancora visto, andate sul primo sito di streaming. Immediatamente!), l’altro dedicato al corto girato da Anderson per Prada:
“Castello Cavalcanti ” (questo,invece, lo trovate su YouTube).

Tutto stupendo, anche il conto. 
Il caffè costa solo un euro, un miracolo per Milano. Te capí!

Foto di Rachele Montoro